Con questa lezione esploriamo brevemente tre concetti, tre azioni, che rappresentano il cuore pulsante del Kriya Yoga. Li troviamo descritti negli Yoga Sutra di Patanjali, proprio all'inizio del secondo capitolo. Tre parole che, messe insieme, formano il Kriya Yoga, lo "yoga dell'azione spirituale trasformativa": Tapas, Svādhyāya, e Īśvara-Praṇidhāna, ossia: Fuoco che trasforma, Studio del Sé e Resa totale al Divino.
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Paramhansa Yogananda ha detto: Il Kriya Yoga e la devozione o bhakti funzionano come la matematica, danno risultati certi e con queste poche parole ci ha dato l'essenza dell'intero suo insegnamento.
Dobbiamo ripassare gli insegnamenti dei Maestri ancora e ancora, affinché diventino parte delle nostre cellule e anche perché il mondo ci dirà cose completamente contrarie, etichettandoci come dei pazzi visionari e cercando di tirarci verso i suoi giocattoli. Ma in fondo siamo tutti un po’ pazzi e allora perché non schierarsi e scegliere consapevolmente di essere pazzi per Dio?
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Ci sono quattro qualificazioni (Sadhana Chatushtaya) fondamentali nella filosofia dell’Advaita Vedanta che preparano l'aspirante spirituale, o sadhaka, a ricevere e comprendere la conoscenza del Brahman, la Realtà ultima, ma che sono anche condizioni fondamentali per capire se il sadhaka stesso è pronto a intraprendere con successo gli studi vedantici. Esse sono:
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La resurrezione è stata ben compresa dagli yogi più esperti dell'India fin dall'alba dei tempi più remoti. Gesù stesso era uno yogi realizzato: uno che conosceva e aveva padroneggiato la scienza spirituale della vita e della morte, della comunione con Dio e dell'unione con Dio, uno che conosceva il metodo di liberazione dall'illusione per entrare nel regno di Dio. Gesù dimostrò durante la sua vita e la sua morte il suo potere di completa padronanza del corpo e della mente e delle forze della natura, spesso recalcitranti. Comprendiamo la resurrezione nel suo vero senso quando comprendiamo la scienza dello yoga che definisce chiaramente i principi fondamentali attraverso i quali Gesù resuscitò il suo corpo crocifisso nella libertà e nella luce di Dio.
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Il capitolo 14 della Bhagavad Gita, intitolato "Gunatraya Vibhaga Yoga" o "Lo Yoga del discernimento delle Tre Qualità", è uno dei capitoli centrali del testo, in cui Krishna spiega ad Arjuna le tre qualità (guna) della natura materiale: Sattva (purezza, armonia), Rajas (passione, attività) e Tamas (ignoranza, inerzia).
All’inizio del capitolo Krishna dichiara ad Arjuna che sta per esporgli la saggezza suprema, conosciuta la quale ci si stabilisce nel Suo Essere e si ottiene la liberazione finale, per cui non ci si deve più reincarnare, nemmeno dopo la grande Pralaya o dissoluzione finale, con l’inizio di un nuovo ciclo.
Tutto ciò che è in esistenza su questo piano nasce dall’interazione tra Purusha e Prakriti, Spirito e Natura, che sono i genitori di ogni cosa e ogni essere.